Lo Spiegone di Olivia sull'importanza della Concia al Vegetale

Quante volte i miei clienti mi hanno sentita parlare e sottolineare la frase “pelle conciata al vegetale”? Credo e immagino praticamente tutte le volte che hanno acquistato un nostro prodotto o chiesto informazioni su un prodotto.

Sono infatti particolarmente orgogliosa della scelta che abbiamo fatto da 15 anni a questa parte di utilizzare per circa il 90% della nostra produzione la “pelle conciata al vegetale in Toscana”.

Sono orgogliosa di questa scelta principalmente per due motivi: il primo motivo riguarda la qualità, il secondo la sostenibilità.

 

La Qualità

Avete presente quando vi parlano di pelle “primo fiore” o “pieno fiore”?

Ecco nella maggior parte dei casi vi stanno prendendo in giro spacciando per primo fiore vitelli martellati o saffiano cioè pelli la cui superficie è stata corretta o coperta attraverso un qualche tipo di rifinizione molto coprente. Una volta che la superficie è uniforme, può essere impressa a caldo una stampa che richiama la grana naturale dell’animale, ma che di naturale , concorderete con me, non ha niente.

 

La pelle pieno fiore invece “è un pellame la cui superficie o grana non è stata alterata in alcun modo, tranne che per la rimozione del pelo, priva quindi di rifinizione coprente, mantiene i tratti originali del manto dell’animale; l’eventuale fase di rifinizione si limita ad una correzione delle tinte e ad un processo di impermeabilizzazione della superficie. I segni naturali come graffi, cicatrici o smagliature sono visibili e di fatto sono considerati tratto distintivo di una pelle pregiata, che è poi anche quello che la rende subito riconoscibile dall’ecopelle. Solo il 10-15% di tutta la pelle può essere rifinita in questo modo data la qualità che deve avere il pellame di partenza, qualità che per lo più dipende dal paese di provenienza, dal tipo di allevamento e dal successivo macello.”

 

Ecco perchè tendiamo a sottolineare che i nostri prodotti sono realizzati con pellami selezionati. Le borse vengono tagliate, montate e cucite interamente a mano. La non uniformità e le irregolarità, ne definiscono il carattere conferendogli unicità, pregio e irripetibilità come da antica tradizione artigianale italiana.

Inoltre il costo della pelle conciata al vegetale è decisamente più alto rispetto alle altre, prima di tutto per il tipo di lavorazione e secondariamente perchè non è tutta “tagliabile”. Immaginatevi infatti la pelle martellata o il saffiano di cui vi ho parlato prima, essendo il sotto del sotto, del sotto della pelle che poi viene stratificato sopra in maniera uniforme e omogenea è anche più facile da tagliare: puoi tagliare su tutta la superficie!

Immaginatevi invece il nostro tagliatore Andrea che deve fare lo slalom con il modello tra i difetti naturali della pelle e quanto scarto inevitabilmente viene fuori... non preoccupatevi io sono la riciclina peggiore del mondo e come dice sempre mio padre “ci manca che trovi il modo di vendere i coriandoli con gli avanzi di pelle” e vi giuro che ci sto provando!!!

Da qui, da proprio il nostro amore per la natura e l’ambiente, la nostra attenzione per il riuso,lo spreco, il riciclo ecco il secondo punto a favore della pelle conciata al vegetale:

 

La Sostenibilità

La pelle conciata al vegetale assorbe le tracce del vissuto. Invecchia, ma non si rovina. Sono proprio i cambiamenti e le personalizzazioni che avvengono col tempo e con l’uso a testimoniare la naturalezza del prodotto. Le colorazioni dei tannini conferiscono col tempo calde tonalità al pellame, che tendono a riaffiorare in superficie con l’uso. Scegliere un prodotto realizzato con questo pellame significa possedere un articolo che è l’espressione di una filosofia e di uno stile di vita, unico e irripetibile.

Nessuna pelle è uguale all’altra e questo fa sì che le sue interpretazioni in forme e design vengano arricchite dalla varietà e dalla personalità della materia: un fascino particolare e sottile che si trasmette al prodotto finito e a chi lo indossa.

  • Per la concia al vegetale è utilizzata prevalentemente la pelle dei bovini destinati all’industria alimentare. Nessun animale viene abbattuto direttamente per la concia delle sue pelli che, anzi, se non utilizzate nel processo conciario andrebbero a creare gravi problemi di smaltimento;
  • Essendo conciato con tannini naturali, una volta esaurito il suo ciclo di vita, un manufatto in pelle al vegetale può essere smaltito con facilità, proprio grazie alle sue caratteristiche chimico-biologiche;
  • Gli ingenti investimenti delle concerie negli impianti di depurazione e di smaltimento rifiuti assicurano il pieno rispetto dell’ambiente;
  • La maggior parte delle sostanze utilizzate durante la lavorazione delle pelli viene recuperata, lavorata e riutilizzata in altri settori. Il pelo tolto dalle pelli grezze viene trasformato in fertilizzante per l’agricoltura mentre i fanghi, provenienti dai depuratori, vengono utilizzati nel settore dell’edilizia per la costruzione di laterizi;
  • La pelle conciata al vegetale, identificabile dal suo marchio, garantisce l’assenza di sostanze tossiche, come coloranti azoici, nichel o pentaclorofenolo e cromo VI, nocive non solo per l’essere umano ma anche per l’ambiente.”

Per ulteriori informazioni vi consiglio di visitare il sito: www.pellealvegetale.it

 

Questo è il racconto tecnico della pelle conciata al vegetale ora vi racconto la mia storia emotiva.

Devo fare una premessa importante: il mio compagno Luca è vegano, vi dico questo perchè è essenziale capire che il mio amore per gli animali e la natura è radicato nel profondo di tutta la mia famiglia e tante volte mi sono trovata a discutere sull’utilizzo o meno della pelle animale.

La pelle è lo scarto della macelleria. Nessun animale viene ucciso per la pelle che utilizziamo, bensì per la carne (io compro la carne dal contadino nella collina accanto a casa mia,che costa il triplo, dove le mucche pascolano libere, ma vivo in Toscana e sono fortunata! e sono assolutamente contraria agli allevamenti intensivi). La pelle tuttavia è un materiale eccezionale, perchè se trattato in maniera naturale è destinato a durare anche vent’anni senza perdere il suo splendore anzi acquistandolo con l’utilizzo, cosa che di certo non si può dire di tutte le ecopelli che spesso sono plastica e durano talmente poco da sembrar voler incentivare il consumismo peggiore.

La scelta ambientalista che quindi abbiamo fatto riguarda il modo in cui la pelle viene conciata.

Normalmente la pelle viene conciata utilizzando il cromo che puntualmente rimane sul pellame nella migliore delle ipotesi, nella peggiore finisce nei nostri fiumi e quindi mari, falde acquifere etc..  La pelle conciata al vegetale invece non usa il cromo ma al suo posto utilizza tannini naturali come cortecce e foglie.

 

Ho notato con molto piacere che tanti scrivono che stanno usando la pelle “al vegetale” che vuol dire tutto o nulla, se di pelle conciata al vegetale si tratta dovete richiedere il cartellino di garanzia con la mano in evidenza e la certificazione di provenienza della pelle. La garanzia infatti certifica che io (Gelisio) che produco e vendo un prodotto in pelle conciata al vegetale ho comprato la pelle dalla “x” conceria che fa parte del consorzio vera pelle conciata al vegetale e che ha attuato tutta una serie di protocolli per farne parte, ergo la pelle che utilizziamo è tracciabile.

 

Finalmente ho finito il pippone, come lo chiamo io, sulla concia al vegetale...

Però voglio aggiungere una piccola promessa: mi impegnerò a trovare materiali per alcune collezioni che siano senza componenti animali, che siano di riciclo e che durino nel tempo!

 

p.s. (ne ho già trovate un paio ma non vi anticipo nulla!)

Olivia